Il guarito da Covid-19 è una risorsa per l’intera società!
Il guarito da Covid-19 è una risorsa per l’intera società!

Il guarito da Covid-19 è una risorsa per l’intera società!

Riportiamo di seguito un documento a cura del Coordinamento Comitati Guariti da Covid e ACU Marche – Sezione Guariti dal Covid


Come Coordinamento Comitati Guariti dal Covid abbiamo sentito la necessità di richiamare l’attenzione sulla nostra particolare condizione, dal momento che le istituzioni hanno pressoché completamente ignorato qualsiasi appello. Vorremmo sottolineare che il guarito Covid è una risorsa per l’intera società poiché una molteplicità di studi clinici ed epidemiologici convergono su una risposta chiara: il guarito ha la capacità di non ammalarsi e non ammalare.

I guariti dalla malattia Covid19, infatti, acquisiscono una persistente e robusta immunità naturale che in caso di re-infezione consente un decorso lieve, o comunque non grave e con una bassa carica virale.

Le evidenze scientifiche dimostrano che nei guariti è rilevabile una immunità cellulare di memoria persistente, sicuramente rilevabile a distanza di anni. L’immunità acquisita con l’infezione da Sars-Cov-2 permane stabilmente nel tempo (e ciò è confermato dai bassissimi tassi di reinfezioni che scendono fino allo 0,01% e si azzerano totalmente nei minori).

Per i guariti, il rilevamento dei titoli anticorpali (che tanto spesso viene chiamato in causa) non è assolutamente esaustivo dell’immunità poiché è noto che i livelli di anticorpi neutralizzanti circolanti cominciano fisiologicamente a degradare già dopo il ventesimo giorno dall’infezione ma, nel contempo, si assiste ad un aumento dei livelli di cellule B e T di memoria in grado di evocare risposte specifiche non solo nei confronti della proteina S, ma anche di altre proteine strutturali virali. Contrariamente agli anticorpi, le cellule B e T di memoria permangono stabilmente e, oltre a provvedere ad eliminazione diretta delle cellule infettate dal virus, sono in grado di provocare ex-novo boost anticorpali dopo ogni riesposizione e addirittura sempre più efficaci nel riconoscimento del virus anche nelle sue varianti.

Probabilmente proprio per questo motivo, i clinical trials condotti dalle aziende farmaceutiche produttrici dei vaccini non contemplavano specifiche somministrazioni di dosi adiuvanti ai guariti e, quindi, non esistono a tutt’oggi dati sperimentali validati in merito e non si possono escludere effetti avversi diretti o indiretti, immediati o a medio e lungo termine, né è dimostrato un reale incremento di efficacia contro l’infezione. Di conseguenza, è impossibile un’obiettiva valutazione del rapporto rischio/beneficio nella vaccinazione dei soggetti guariti.

Inoltre, recenti evidenze dimostrano che una precedente infezione da Sars-Cov-2 risulta essere associata a un significativo aumento del rischio di qualsiasi effetto collaterale della vaccinazione.

In conclusione, il soggetto guarito, sottoposto a vaccinazione, a fronte di un beneficio pressoché nullo, affronta unicamente i rischi derivanti da potenziali effetti avversi, anche correlati al suo stato.

Tale aspetto è tutt’altro che irrilevante sia sotto un evidente motivazione di tutela della salute pubblica che per le conseguenze penali e civili derivanti da danni subiti o subendi da soggetti guariti e successivamente sottoposti a vaccinazione. Infatti, il guarito destinatario di farmaco non necessario e a carico del servizio sanitario nazionale (con un costo che comprende quello del vaccino e anche la quota parte dell’organizzazione strutturale per la somministrazione) si espone a sviluppare effetti avversi, anche gravi: situazione che andrebbe ulteriormente a gravare sul servizio sanitario nazionale, anchecon potenziali evidenti profili di danno erariale.

E mentre altri Stati, tra cui il Sudafrica, fondano le loro speranze di superare “Omicron” proprio grazie al gran numero di soggetti con immunità acquisita durante le precedenti “ondate”, le nostre Istituzioni continuano ad ignorare queste evidenze, considerando i soggetti guariti neppure alla stregua di quanti sono stati immunizzati artificialmente.

Chiediamo, quindi, che le Autorità Sanitarie e quelle Governative prendano atto di tutto questo, così da riconoscere a chi ha contratto e superato la malattia Covid-19 lo “status” di guarito e immune, con tutte le implicazioni consequenziali.

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